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La Scaramanzia di Gabriele D’Annunzio

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Gabriele D’annunzio ha lasciato un grande ricordo di se, sia per la sua poetica, per le sue prodezze militari, sia per l’eccesivo sfarzo che ha sempre accompagnato la sua vita. Non tutti sanno però che il Vate era molto superstizioso, temeva paradossalmente più la malasorte delle pallottole nemiche, una situazione che potrebbe risultare inverosimile per un uomo di grande levatura. Ma si sa sono proprio gli uomini eruditi a essere i più superstiziosi. Le credenze di D’Annunzio per le energie oscure che scaturiscono dal sentimento umano dell’invidia le ha ereditate dalla sua cara madre Luisa de Benedicts, originaria del’Abruzzo, una terra ricca di tradizioni magico popolari. Il Suo primo amuleto contro la malasorte lo subì già al momento della sua nascita, come lui stesso espone nel libro segreto : "Nel nascere io fui come imbavagliato dalla morte; sicché non diedi grido. Né pur avrei potuto trarre il primo respiro a vivere se mani esperte e pronte non avessero rotto i nodi e

Il Fantasma della Regina Teodolinda - Monza-Brianza

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Si racconta che gli spiriti continuino a vagare su questa terra se in vita hanno lasciato qualcosa in sospeso, ma soprattutto se il loro ricordo è ancora vivo nel cuore degli uomini. Se diamo credito a questa teoria spiritica, potremmo avere la spiegazione del perché la maggior parte delle apparizioni segnalate sono legate ai tempi più moderni rispetto a un lontanissimo passato, infatti quasi mai si sente parlare di apparizioni di spettri attribuiti antichi romani o di uomini preistorici. Qualche volta però accade che siano segnalate le apparizioni di spettri dagli antichi fasti, come ad esempio il fantasma della regina Teodolinda, morta nel 627 d.C. a Monza, che in questi giorni pare sia comparsa addirittura sedici volte consecutive, nel capoluogo della provincia Monza-Brianza. Teodolinda regnò sui Longobardi dal trono di Milano a partire dal 589 e fino al 616 dopo Cristo. Fu poi reggente accanto al figlio Adaloaldo fino al 624, quando questo raggiunse la maggiore età. Nata di stir

Accademia delle Arti Magiche - Torino

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Apprendisti maghi e stregoni, veggenti e sensitivi piemontesi da oggi, conoscere la magia non sarà più un problema. Quanti, guardando la serie televisiva "Streghe", non hanno mai desiderato apprendere i segreti delle arti magiche, magari stuzzicati dalle letture dei libri sulla saga di Harry Potter, dell’autrice Joanne Rowling? Bene, da oggi questo è possibile anche a Torino, grazie all’Accademia delle Arti Magiche (ADAM), che nella città più misteriosa d’Italia apre la sua seconda sede. Torino è collocata, secondo gli esperti, al vertice di due triangoli magici: della magia nera con Parigi e San Francisco e della magia bianca con Praga e Lione. Il capoluogo piemontese, custodisce segreti celati tra i molteplici simbolismi che avvolgono le sue costruzioni e grazie all’ADAM, si arricchisce ulteriormente di magia. A Piero Mura, fondatore dell’Accademia delle Arti Magiche, conosciuto dal pubblico come l’Harry Potter italiano, per la sua somiglianza con il personaggio lette

La Dama del Lago Vergine, Madre o Strega: Località Lago delle Lame (Rezzoaglio) - Liguria

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In Val d’Aveto, nel parco naturale immerso nella Foresta delle Lame, si trova un piccolo ma suggestivo lago, quello delle Lame appunto. Di origine glaciale (20.000 anni) questo piccolo smeraldo riflette la natura circostante creando un’atmosfera davvero magica. E, come ogni lago che si rispetti, anche quello delle Lame ha la sua fatata leggenda, anzi più di una. Si racconta che molti secoli fa, al posto del lago vi fosse un paese; una sera, durante una festa tenuta in occasione di un battesimo, si trovò a passare da quelle parti una donna, che per alcuni sarebbe la Madonna ma per altri una strega. Portava sulle spalle un sacco di farina ma, attratta dal fracasso dei festeggiamenti, per pochi istanti lo lasciò incustodito vicino a un albero. La strega, perché di strega si trattava, si perse in un ballo popolare, ma poco dopo, caricandosi nuovamente il suo sacco, riprese il cammino. Dopo poche centinaia di metri, insospettita dal peso diverso del sacco, si fermò per controllarlo: fu a

Maria Callas il Fantasma dell’Opera - Milano

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Secondo i discepoli dello spiritismo, certi avvenimenti, che per molti passano del tutto inosservati, per altri invece possono essere traumatici. Spesso, questi traumi vibrano con tanta intensità mistica, da impregnare di "energia eterica" l’ambiente dove si sono verificati. Secondo tali teorie, quando il soggetto interessato, lascia le sue spoglie terrene per passare a miglior vita, il suo spirito rimane legato indissolubilmente al luogo, dove l’evento nefasto è accaduto. Nella bella Milano si racconta di uno spettro molto singolare, comparirebbe di tanto in tanto, nientepopodimeno che al Teatro dell’Opera: la Diva Maria Callas, la quale vita fu costernata di successi, amori, passioni e dolori. Stante i racconti si dice che il fantasma, della Divina cantante si manifesta all’interno del teatro e che tenti di spaventare gli ignari spettatori. A scatenare questa presenza sarebbe stato un episodio accaduto nel 1958: durante un’opera lirica la cantante sarebbe stata fischiata

"U arche d’la Masciare"( l’Arco delle Streghe) - Bari Vecchia

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Il Centro Antico della Città di Bari, la città che venera San Nicola, divenuto nella tradizione nordica Santa Claus (Babbo Natale), è caratterizzato da oltre cinquanta archi che collegano strade e viuzze. Ogni uno di questi passaggi ha un nome particolare e suggestivo che, rimanda a tradizioni, antichi mestieri e leggende, che in un era di modernità continuano fortunatamente a sopravvivere. Nei pressi di Via Ruggero il Normanno, poco distante dal castello Svevo, presso la Corte Cavallerizza vi è un arco che, non risulta sulla normale toponomastica, ma che, la gente del luogo lo ricorda come "U arche d’la Masciare’, l’Arco delle Streghe. Qui stando alla leggenda, le megere, chiamate dai locali Gatte Masciare, si davano convegno per esercitare indisturbate i loro sortilegi: ammaliamenti, maledizioni, incantesimi di ogni sorta erano all’ordine del giorno. Non tutti gli incantesimi però avevano un fine malefico; fra queste maliarde, c’era anche chi curava con gli antichi rimedi po

Fantasmi di Castel Sant’Angelo - Roma

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Anche a Roma la città eterna, aleggiano indisturbati i fantasmi: alcuni celebri altri meno ma tutti desiderosi di infestare quei luoghi dove giornalmente passeggiano gli ignari viventi. Fra questi il più conosciuto è sicuramente quello di Beatrice Cenci, condannata a morte mediante decapitazione rea di aver assassinato il padre Francesco. Dopo esser stata catturata e imprigionata a Castel Sant’Angelo, fu giustiziata con la matrigna Lucrezia, la mattina dell'11 settembre 1599 nello spiazzo antistante alla fortezza. Nella piazza gremita di folla era presente anche Caravaggio, che all’epoca era già un affermato artista, il quale rimase turbato da tal evento al punto che la sua arte rimase condizionata negli anni a venire. Si racconta che da allora, il fantasma di Beatrice, compaia puntualmente ogni anno nell’anniversario della sua morte, nella notte tra il 10 e 11 settembre: chi l’ha vista giura che lei reca con sè la sua testa sanguinante sotto il braccio. La bellezza di Bea

Villa Altachiara e la Maledizione di Tutankhamon – Portofino (Liguria)

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Villa Altachiara, una tra le più belle ville del Mediterraneo che si affaccia sullo splendido specchio d’acqua davanti al golfo di Portofino, sale agli onori della cronaca nel gennaio 2001, per il tragico incidente in cui perse la vita la Contessa Francesca Vacca Agusta. Era l’8 gennaio e la Contessa dopo aver trascorso la serata in compagnia di amici, all’interno della villa, scompare misteriosamente. Sul posto intervennero le forze dell’ordine che passarono al setaccio l’intera villa e il parco circostante, circa 3000 ettari, senza nessun risultato tranne che per le pantofole della contessa trovate vicino a un ramo spezzato e ad una macchia di sangue. Dopo tre giorni di ricerche i sommozzatori ripescano dal fondo della scogliera l’accappatoio della nobildonna, ma di lei nessuna traccia. Il suo corpo fu ritrovato circa tre mesi dopo nei pressi di Cap Benat una località della Francia Meridionale non molto distante da Saint Tropez. Quello che per molti risulta essere, un normale se

Benvenuto Cellini e i diavoli del Colosseo - Roma

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L’Anfiteatro Flavio, conosciuto con il nome di Colosseo, non solo per la mole imponente,ma anche per la gigantesca statua di bronzo dell’imperatore Nerone ,che sorgeva al suo fianco, è uno dei monumenti più visitati al mondo nonché simbolo della città eterna. Voluto dall’imperatore Vespasiano nel 72 d.C. fu ultimato da suo figlio Tito nell’80 d.C., al fine di diventare l’arena che ospitava i combattimenti tra i gladiatori e le belve feroci. Un’antica leggenda da sempre lega il Colosseo alla sorte della città di Roma: "Finchè dura il Colosseo anche Roma durerà" . L’origine di tale diceria è da ricercare nel fallito tentativo dei Barbari di distruggere il monumento, dopo aver conquistato la Città dei sette colli. Inutili furono tutti i loro tentativi ed è per questo che da allora i romani tramandano questo motto. Tuttavia alcuni storici attribuiscono questa profezia al venerabile Beda, che , nonostante non fosse mai stato a Roma, lascia in uno dei suoi scritti questo vaticino

La Maledizione di Palazzo Marino - Milano

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Città che vai, maledizione che trovi e Milano non si esclude da questi primati, in particolare pare che a essere maledetto sia uno dei suoi più bei palazzi, Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, il quale sorge in Piazza della Scala. Questa fatidica nomea ha radici antiche e va ricercata proprio al tempo della costruzione di questa sontuosa dimora, opera dell’architetto Galeazzo Alessi, su commissione del nobile Genovese Tommaso Marino. La prima pietra fu posata nel 1558 e sembrerebbe che l’architetto Alessi avesse presentato, al fine di rifiutare elegantemente la commessa, un progetto tanto sontuoso da sembrare irrealizzabile. Tuttavia il Marino non desistette e diede il via ai lavori di costruzione. All’epoca Milano era una delle città più ricche e laboriose d’Italia e il Conte Marino era considerato uno dei banchieri più facoltosi, che risiedeva nella città Meneghina. Tipo superbo e assai prepotente, il Marino, fece una grande fortuna anche prestando, dietro cospicui int

La Tomba di Dracula a Napoli

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Vedi Napoli e poi “Mori”, magari dopo esservi imbattuti in Dracula Nosferatu, il non-morto per eccellenza, nei vicoli dei quartieri spagnoli. Napoli, è una città sorprendente, affascinante, misteriosa che invita a vivere nuove sensazioni provando l'emozione di poter passeggiare nel cuore della storia, e nelle trame del mistero, imbattendosi ad ogni angolo nelle “presenze” del passato. Fra i tanti misteri che la città partenopea annovera, c’è né uno in particolare che da qualche anno fa discutere eminenti studiosi, ricercatori o semplici appassionati di storie da brivido. Stando agli studi condotti dal ricercatore dell’università di Tallinn in Estonia Giandomenico Glinni e da suo fratello Raffaello, sembrerebbe che Vlad III, Principe di Valacchia, che ispirò l’irlandese Bram Stoker per il suo romanzo Dracula il Vampiro, sia stato sepolto a Napoli. Il Principe Vlad III, stando a quanto riporta la storia perse la vita, nel tentativo di riconquistare definitivamente il suo regno di

Lo strano caso della Vecchina Fantasma di Vico dei Librai - Genova

Esistono entità disincarnate che non si rendono conto della loro morte, nel momento in cui questa sopraggiunge, così vagano ancora sulla terra , spaurite e molto confuse. E’ quanto accadde a Genova la mattina del 28 dicembre 1989.   Alcuni passanti, che transitavano nella zona di Via Porta Soprana, giurano di avere incontrato un'anziana signora, che vestita con abiti demodé e in stretto dialetto genovese chiedeva insistentemente dove fosse Vico dei Librai, che lei non era più in grado di trovare. Nulla di strano direte voi, sennonché la vecchina scompariva misteriosamente così come era apparsa. L’altro mistero era che nessuno conosceva la strada in questione; Vico dei Librai non compariva su nessuno stradario recente. Fra le persone che l’hanno incontrata, ci fu un giovane di circa vent’anni che domandò alla signora, comparsa davanti a lui, se poteva dargli qualche spicciolo. La vecchina aprì un piccolo portamonete di color nero e porse al giovane una banconota arrotolat

Le Streghe di Triora in Liguria

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    Sulle presunte streghe di Triora, stupendo borgo che domina la Valle Argentina, è stato scritto tutto e di più, pertanto ci limiteremo soltanto a ricordare i tremendi fatti che subirono le donne del paese, citandoli sommariamente e invitando gli interessati a consultare gli annali pubblicati sui numerosi libri che, si possono trovare in commercio o nelle biblioteche. Le donne definite streghe, il cui termine, deriva dal latino Strix e significa uccello notturno che venivano trucidate dall’inquisizione, il più delle volte, non avevano nulla a che fare con le accuse che erano mosse contro di loro, spesso si trattava di povere donne di umili condizioni la cui colpa era soltanto quella di aver conservato e tramandato quelle tradizioni e quelle sapienze popolari, legate alla natura, che derivano da un paganesimo mai completamente estirpato da Santa Romana Chiesa: erboriste, levatrici e vedove erano tra le più accusate. In Italia, e qui si divaga un pò, la prima donna accusata di

Una Croce per ogni delitto: Passo di Cento Croci, Val di Vara (Liguria)

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Il Passo di Sentu Cruxe (Cento Croci) è un valico che si trova a   1055 metri sul livello del mare e congiunge con la    statale 523 il comune di Varese Ligure, (SP) con quello di Albareto (PR). Tale nome pare che derivi da leggende che narrano le infauste gesta di un gruppo di briganti che, commisero efferati delitti travestiti da frati. Cento furono le vittime, fra religiosi e viandanti, da qui il nome del valico.   Si racconta che in epoca medievale, il luogo era frequentato da mercanti, che di passaggio fra le valli erano soliti fermarsi per chiedere asilo presso il convento di San Michele che sorgeva in questa zona. In una notte di tempesta un mercante, che si stava dirigendo ad un mercato   presso Varese Ligure,   decise di domandare ai buoni frati un rifugio per passare la notte. I’uomo, bussò al portone del convento e pazientemente attese che qualcuno rispondesse al suo appello. Dopo una unga attesa venne ad aprire la porta non il solito buon fraticello ma un om