Lupo Mannaro della Lunigiana - Pontremoli

Di tutte le creature mitologiche che popolano l’immaginario dei mostri umani, quello dell’uomo lupo è sicuramente uno dei più affascinanti. Portato alla ribalta mediatica per le apparizioni sul piccolo e grande schermo, questa creatura ci richiama alle più ancestrali paure, quella della bestia che vive dentro ognuno di noi. Presenti in ogni cultura e chiamato in modi differenti, il licantropo pare essere diverso dal lupo mannaro. Il primo, il cui nome deriverebbe dal greco lýkos, "lupo" e ánthropos, "uomo" letteralmente uomo lupo, sarebbe un essere umano che può trasformarsi in lupo in qualsiasi momento esso voglia, mantenendo la ragione umana. Il lupo mannaro invece, il cui nome deriva dal latino volgare lupus hominarius “lupo mangiatore di uomini”, è un uomo che contro la sua volontà si trasformerebbe in lupo durante il plenilunio, perdendo completamente l’uso della ragione. Una delle leggende più note sull’origine di queste creature, la ritroviamo nel mito greco di Licaone, condannato da Zeus per la sua empietà a diventare lupo e a cibarsi di carne umana. Anche la penisola italica è ricca di storie di uomini lupo che nottetempo, durante la luna piena, avrebbero compiuto le loro scorribande, facendo strage di uomini e animali che avessero avuto la sfortuna di incrociare il loro cammino. Una di queste storie la ritroviamo in quel di Pontremoli e precisamente nel Borgo di Piagnaro, una fortezza che domina dall’alto tutta la valle. Le montagne sopra questo luogo, nei tempi antichi, erano popolate da branchi di lupi che mal convivevano con gli abitanti del borgo. Sarà forse per questo, o per una ragione non nota, che nella zona si è sempre raccontato che, in ogni generazione, vi fosse un lupo mannaro, celato sotto le sembianze di un innocuo paesano. Il più delle volte il sospetto ricadeva sulle persone più disagiate per i più svariati motivi: il diverso che da sempre incute timore. Tuttavia verso la metà del 1800, in paese, fece la sua comparsa uno strano individuo. Coperto solo dalla pelle di un lupo, l’uomo fu subito guardato con sospetto dalla piccola comunità, anche perché nello stesso periodo furono ritrovati in paese i cadaveri di animali barbaramente mutilati, tra questi galline, pecore e cani. Non solo, c’era anche chi giurava di aver visto il misterioso uomo saltare da un tetto all’altro ululando alla luna piena, mentre una mandria di cani randagi lo inseguiva senza posa. Dopo qualche tempo l’essere sparì cosi come era comparso, ma non prima di aver portato con se una giovane fanciulla. Molti mesi dopo la loro sparizione, davanti alla dimora di una famiglia di contadini, fu ritrovata una culla con una bimba appena nata. L’infante crebbe e dopo essersi sposata mise al mondo due gemelli, un maschio e una femmina. Il maschio aveva negli occhi una luce misteriosa, come misteriosa era l’origine della madre e una volta cresciuto, nel borgo, ricominciarono le scorribande di una creatura metà uomo e metà lupo. La moderna medicina cura quella che è stata definita licantropia clinica, una patologia che induce il soggetto a pensare di essere un animale, in questo caso un lupo, adducendone anche i comportamenti. Ma se non fosse solo una malattia quanti di questi potrebbero tornare a ululare al chiaro di luna? “lupo”, quel lupo mannaro, sparisce nel nulla come dal nulla era venuto. Qualche mese dopo, una neonata viene lasciata davanti all’uscio di casa di una famiglia del borgo. Destino comune di molti figli di madri sole e povere. Ma la bimba non viene consegnata alla ruota degli orfani di un convento, ma a una famiglia. Strano. La bimba cresce sana e felice, si sposa poco più che ragazza e partorisce due gemelli. Un maschio e una femmina. Il maschio è strano quanto l’origine di sua madre. Ma questa è un’altra storia che si racconta a Pontremoli. O forse, in fondo è la stessa leggenda.

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