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Visualizzazione dei post con l'etichetta misteri liguri

Ca’ de Anime: Voltri

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A Genova molti conoscono La Ca’ de Anime,: a Voltri probabilmente tutti la conoscono, ma in tanti non sanno perché si chiami così. A pochi chilometri da Voltri, sull'antica Via del Sale, vi è una casa di campagna, una palazzina di due piani come tante altre. Questa costruzione nel Medioevo fu adibita a locanda, dove viandanti, artigiani e guerrieri potevano rifocillarsi quando in viaggio percorrevano la Via del Sale. I gestori di questa locanda erano però una vera e propria congrega di briganti; infatti le camere che offrivano a certi ospiti erano un tantino speciali. Quando un cliente dall’aria facoltosa giungeva in albergo, gli veniva assegnata una stanza dal soffitto mobile. Di notte, cogliendo l’ospite in pieno sonno, i gestori si calavano dal soffitto e uccidevano il malcapitato per derubarlo. I corpi senza vita venivano poi gettati in una botola accessibile dalla cantina. Ma si sa, niente dura per sempre, e così anche i nostri delinquenti di altri tempi vennero scoperti e g

Il Fantasma del Castello della Lucertola – Apricale

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Nell’entroterra di Bordighera, percorrendo oltre dieci chilometri dalla costa, si arriva al Borgo di Apricale, che fu fondato dai conti di Ventimiglia, approssimativamente verso il X secolo d.c.. In posizione dominate fa la sua bella vista il Castello detto della Lucertola, anche esso del X secolo, attorno al quale si è sviluppato il resto del borgo. La fortificazione, che fu rimaneggiata nei secoli successivi, vide avvicendarsi diversi proprietari a seconda del periodo storico. Attualmente è di proprietà del Comune e al suo interno, oltre a essere conservati documenti e reperti, si tengono importanti eventi culturali e mostre. La storia del Castello s’intreccia con vicenda della bellissima contessa Cristina Anna Bellomo (1861-1904), che visse nel maniero a cavallo tra il 1800 e il 1900, il fantasma della quale si dice aleggi ancor oggi in quella che fu la sua ultima dimora. La sua vita ricorda un po’ quella delle principesse delle fiabe ma purtroppo senza il tradizionale lieto fine

Il Paese delle Cento Vedove – Cervo

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Il paese di Cervo, un villaggio medievale il cui nome è la trasformazione dal latino al volgare della parola Cervus, è stato certificato come uno dei Borghi più belli d’Italia. Il centro, che conserva ancor oggi mura e torri cinquecentesche, circondato da lussureggianti colline, si specchia imponente sul mare. I suoi abitanti erano prevalentemente dediti alla pesca, in particolare quella del corallo rosso della quale erano esperti raccoglitori. Fu grazie a questa loro particolarità professionale che i "Corallini di Cervo", noti in tutta la Liguria, finanziarono la costruzione della chiesa di San Giovanni Battista detta anche dei Corallini. Essi, partivano via mare sulle rotte del mediterraneo, luogo assai pericoloso all’epoca per le incursioni saracene, alla volta di Sardegna e Corsica al fine di ritrovare quello che era stato definito l’oro rosso del mare. I luoghi più ricchi di corallo venivano celati segretamente un segreto che gli stessi pescatori non confidavano nem

La Storia di "Giraffa": una donna genovese, dalla vita tumultuosa

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Di "Giraffa" ne parla Remo Borzini nel suo libro "Il Malamore". Di lei si sa, che era un estravagante, e cioè una meretrice che lavorava fuori dalle regole imposte delle leggi che regolavano le case di tolleranza. Giraffa lavorava solo di notte, quando le case chiuse cessavano la loro attività. Di giorno, non potendo lavorare liberamente, si ubriacava nelle osterie della zona di Sant'Andrea e dopo essersi inebriata dall’alcol, si recava, sotto le gelosie del Bordello della Castagna, quello stesso che si dice abbia ispirato Gino Paoli per la sua canzone "Il Cielo in una Stanza", a insultare le belle colleghe. In realtà, anch’io parlo di "Giraffa" nel mio libro, "Genova Stregata", ma per un’altra storia che si narra da sempre nella zona di Via Ravecca, che allego in fondo a questa mia nota. Una sorta di crossover inconsapevole, che vede due aspetti di uno stesso personaggio. Pur avendo letto "Il Malamore" non avevo legato

Ghost Tour Genovese da oltre 20 anni per un divertimento fantasmatico

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La nascita di Genova, così come quella di altre città, ha offerto spunti per miti e leggende... Secondo una di queste, a fondare la città sarebbe stato un compagno di Enea, l'eroe scampato fortunosamente, portando con sé il padre Anchise ed il figlio Ascanio, alla drammatica distruzione di Troia. Comunque, l'insediamento umano all'origine della città, è certamente antico e precedente all'età romana: componenti celtiche e mediterranee si mescolavano nelle caratteristiche di quei primi abitanti. Divenuta parte dell’impero romano e in seguito presidio dell'impero bizantino, viene conquistata nel 641 d.C. da Re Rotari dei longobardi e transitando per l’era Carolingia, raggiunge sul principio dell’anno mille una sua autonomia rispetto al Sacro Romano Impero. In una terra dai fasti così antichi, sono fiorite nel corso dei secoli numerose leggende, che narrano le gesta di eroi intramontabili, cosi come storie e fantasticherie legate al sovrannaturale dove santi, diavo

La Dama del Lago Vergine, Madre o Strega: Località Lago delle Lame (Rezzoaglio) - Liguria

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In Val d’Aveto, nel parco naturale immerso nella Foresta delle Lame, si trova un piccolo ma suggestivo lago, quello delle Lame appunto. Di origine glaciale (20.000 anni) questo piccolo smeraldo riflette la natura circostante creando un’atmosfera davvero magica. E, come ogni lago che si rispetti, anche quello delle Lame ha la sua fatata leggenda, anzi più di una. Si racconta che molti secoli fa, al posto del lago vi fosse un paese; una sera, durante una festa tenuta in occasione di un battesimo, si trovò a passare da quelle parti una donna, che per alcuni sarebbe la Madonna ma per altri una strega. Portava sulle spalle un sacco di farina ma, attratta dal fracasso dei festeggiamenti, per pochi istanti lo lasciò incustodito vicino a un albero. La strega, perché di strega si trattava, si perse in un ballo popolare, ma poco dopo, caricandosi nuovamente il suo sacco, riprese il cammino. Dopo poche centinaia di metri, insospettita dal peso diverso del sacco, si fermò per controllarlo: fu a

Villa Altachiara e la Maledizione di Tutankhamon – Portofino (Liguria)

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Villa Altachiara, una tra le più belle ville del Mediterraneo che si affaccia sullo splendido specchio d’acqua davanti al golfo di Portofino, sale agli onori della cronaca nel gennaio 2001, per il tragico incidente in cui perse la vita la Contessa Francesca Vacca Agusta. Era l’8 gennaio e la Contessa dopo aver trascorso la serata in compagnia di amici, all’interno della villa, scompare misteriosamente. Sul posto intervennero le forze dell’ordine che passarono al setaccio l’intera villa e il parco circostante, circa 3000 ettari, senza nessun risultato tranne che per le pantofole della contessa trovate vicino a un ramo spezzato e ad una macchia di sangue. Dopo tre giorni di ricerche i sommozzatori ripescano dal fondo della scogliera l’accappatoio della nobildonna, ma di lei nessuna traccia. Il suo corpo fu ritrovato circa tre mesi dopo nei pressi di Cap Benat una località della Francia Meridionale non molto distante da Saint Tropez. Quello che per molti risulta essere, un normale se

Lo strano caso della Vecchina Fantasma di Vico dei Librai - Genova

Esistono entità disincarnate che non si rendono conto della loro morte, nel momento in cui questa sopraggiunge, così vagano ancora sulla terra , spaurite e molto confuse. E’ quanto accadde a Genova la mattina del 28 dicembre 1989.   Alcuni passanti, che transitavano nella zona di Via Porta Soprana, giurano di avere incontrato un'anziana signora, che vestita con abiti demodé e in stretto dialetto genovese chiedeva insistentemente dove fosse Vico dei Librai, che lei non era più in grado di trovare. Nulla di strano direte voi, sennonché la vecchina scompariva misteriosamente così come era apparsa. L’altro mistero era che nessuno conosceva la strada in questione; Vico dei Librai non compariva su nessuno stradario recente. Fra le persone che l’hanno incontrata, ci fu un giovane di circa vent’anni che domandò alla signora, comparsa davanti a lui, se poteva dargli qualche spicciolo. La vecchina aprì un piccolo portamonete di color nero e porse al giovane una banconota arrotolat

Le Streghe di Triora in Liguria

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    Sulle presunte streghe di Triora, stupendo borgo che domina la Valle Argentina, è stato scritto tutto e di più, pertanto ci limiteremo soltanto a ricordare i tremendi fatti che subirono le donne del paese, citandoli sommariamente e invitando gli interessati a consultare gli annali pubblicati sui numerosi libri che, si possono trovare in commercio o nelle biblioteche. Le donne definite streghe, il cui termine, deriva dal latino Strix e significa uccello notturno che venivano trucidate dall’inquisizione, il più delle volte, non avevano nulla a che fare con le accuse che erano mosse contro di loro, spesso si trattava di povere donne di umili condizioni la cui colpa era soltanto quella di aver conservato e tramandato quelle tradizioni e quelle sapienze popolari, legate alla natura, che derivano da un paganesimo mai completamente estirpato da Santa Romana Chiesa: erboriste, levatrici e vedove erano tra le più accusate. In Italia, e qui si divaga un pò, la prima donna accusata di

Una Croce per ogni delitto: Passo di Cento Croci, Val di Vara (Liguria)

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Il Passo di Sentu Cruxe (Cento Croci) è un valico che si trova a   1055 metri sul livello del mare e congiunge con la    statale 523 il comune di Varese Ligure, (SP) con quello di Albareto (PR). Tale nome pare che derivi da leggende che narrano le infauste gesta di un gruppo di briganti che, commisero efferati delitti travestiti da frati. Cento furono le vittime, fra religiosi e viandanti, da qui il nome del valico.   Si racconta che in epoca medievale, il luogo era frequentato da mercanti, che di passaggio fra le valli erano soliti fermarsi per chiedere asilo presso il convento di San Michele che sorgeva in questa zona. In una notte di tempesta un mercante, che si stava dirigendo ad un mercato   presso Varese Ligure,   decise di domandare ai buoni frati un rifugio per passare la notte. I’uomo, bussò al portone del convento e pazientemente attese che qualcuno rispondesse al suo appello. Dopo una unga attesa venne ad aprire la porta non il solito buon fraticello ma un om