Il Paese delle Cento Vedove – Cervo

Il paese di Cervo, un villaggio medievale il cui nome è la trasformazione dal latino al volgare della parola Cervus, è stato certificato come uno dei Borghi più belli d’Italia. Il centro, che conserva ancor oggi mura e torri cinquecentesche, circondato da lussureggianti colline, si specchia imponente sul mare.

I suoi abitanti erano prevalentemente dediti alla pesca, in particolare quella del corallo rosso della quale erano esperti raccoglitori. Fu grazie a questa loro particolarità professionale che i "Corallini di Cervo", noti in tutta la Liguria, finanziarono la costruzione della chiesa di San Giovanni Battista detta anche dei Corallini.

Essi, partivano via mare sulle rotte del mediterraneo, luogo assai pericoloso all’epoca per le incursioni saracene, alla volta di Sardegna e Corsica al fine di ritrovare quello che era stato definito l’oro rosso del mare.

I luoghi più ricchi di corallo venivano celati segretamente un segreto che gli stessi pescatori non confidavano nemmeno ai loro paesani. La tradizione ci tramanda una filastrocca che era cantata quando i corallini festeggiando brindavano fra loro, una sorta però di codice segreto che custodiva fra le sue strofe l’ubicazione esatta di un ricco giacimento di Corallo tra Sardegna e Corsica: "Aa salute de stu gottu u cavu du Fen pe l’isuottu e perché ti m’intendi ben l’isuotto peu cavu du Fen"(alla salute di questo bicchiere, il capo di Feno per l’isolotto, e perché tu mi capisca bene, l’isolotto per il capo di Feno). Già perché, esistendo in Corsica due luoghi chiamati Capo di Feno, per rilevare il punto esatto dove la pesca del corallo risulterebbe miracolosa è necessario ricorrere all’intersezione di due rette: bisogna tracciare una retta immaginaria tra Capo di Feno (vicino ad Ajaccio) e l’Isolotto Mezzu Mare delle isole Sanguinarie e un'altra retta tra l’atro Capo di Feno (Bonifacio) e l’altra estremità dell’isolotto Mezzu Mare. L’intersezione rivelava l’esatta posizione. Durante una di queste spedizioni, finalizzata interamente alla raccolta di fondi per terminare i lavori di costruzione della citata chiesa, accaduta pressappoco a cavallo tra il 1700 e il 1800 (trattandosi di leggenda non indaghiamo troppo sulla data) accadde una tragedia immane. Fu fatta scendere in mare una flotta d’imbarcazioni come mai era stato fatto prima, tutti erano pronti per salpare alla volta della Corsica, il parroco impartì loro una solenne benedizione, affinché fossero salvaguardati dalle insidie, dell’uomo e del mare, che avrebbero potuto incontrare sul loro percorso. Giunta la flotta nei pressi di delle Isole Sanguinarie, una terribile tempesta si abbatté sopra di loro, non lasciandogli scampo alcuno. Morirono cento marinai che non fecero più ritorno a casa, e il luogo fu soprannominato "Banco delle Vedove" conseguentemente il Borgo di Cervo assurse al nome di "Paese delle Cento Vedove". Nonostante questo di episodio non esistano testimonianze certe, la leggenda rimane. Si dice inoltre che in tempi successivi, dei pescatori provenienti dai borghi vicini abbiano inutilmente cercato tale giacimento di corallo. Ma poiché le loro intenzioni erano puramente speculative, gli scheletri di chi era morto in mare per sostenere una sacra missione resero vane queste ricerche: ogni qualvolta qualcuno era in procinto di ritrovare il luogo della pesca miracolosa, essi riemergevano dalla profondità degli oscuri abissi del mare, scatenando sui malcapitati delle terribili e devastanti tempeste.

foto by Wikipedia

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