Le Sette Cose Fatali dell’Antica Roma

Uno dei più suggestivi, e meno conosciuti misteri, legato alla storia di Roma, è sicuramente quello dei "Pignora Imperìi" tradotto letteralmente "pegni dell’impero": talismani dalla sacre virtù che grazie al loro potere avrebbero garantito non solo la solidità dell’Impero ma anche, la perenne durata della città di Roma.

Secondo la tradizione questi oggetti sarebbero sette, un numero molto importante nell’antichità e legato indissolubilmente alla Città Eterna: sette i primi sovrani, sette i colli sui quali la città si erge, sette le chiese più importanti e cosi via.

Servio Mauro Onorato commentatore dell’Eneide di Virgilio ci dice nella sua opera "In Vergilii carmina comentarii ad Aen" che: "ci furono sette garanzie a tenere il potere a Roma: l'ago della Madre degli Dèi, la quadriga dei Veienti, le ceneri di Oreste, lo scettro di Priamo, il velo di Iliona, il palladio, gli ancilia".

Ma cosa sono questi misteriosi oggetti a cui è attribuito un arcano potere, dalla cui custodia dipendeva la sorte della città eterna? Vediamoli singolarmente.

L'ago Della Madre Degli Dèi

Su indicazione ottenuta dai Libri Sibillini, al fine di scongiurare il pericolo legato all’invasione di Annibale nel 204 a.c. i romani trasferirono dalla città di Pessinute a Roma un simulacro della dea Madre Cibele nel cui interno era custodito un piccolo ago di pietra nera probabilmente di origine meteoritica.

La Quadriga

Al fine di onorare Giove, Tarquinio il Superbo ordinò a un artista di Veio una quadriga di creta. Durante la cottura tale simulacro si gonfiò tanto da non riuscire più a essere levato dal forno, che fu necessariamente rotto. Tale fenomeno fu considerato un prodigio di buon auspicio e la quadriga venne posta in Campidoglio.

Le Ceneri Di Oreste

Oreste, figlio di Agamennone, secondo il mito, uccise sua madre Clitemnestra, perché moglie infedele e omicida. Dopo la sua morte, le ceneri delle sue ossa giunsero a Roma e furono poste sotto la soglia del Tempio di Saturno. Poiché la leggenda vuole che Oreste fosse un gigante e le ossa dei giganti erano considerate dagli antichi talismani magici che proteggevano la città.

Lo Scettro Di Priamo

Conservato sicuramente sul Colle Palatino, lo scettro del re di Troia Priamo fu donato a Latino da Ilioneo a nome di Enea. Essendo l’ultimo re di Troia, un uomo di grande saggezza e virtù il suo scettro era considerato un talismano dai grandi poteri.

Il Velo Di Iliona

Iliona, figlia di Priamo ottenne in dono da Elena un velo con il fregio d'acanto che lei stessa aveva ricevuto dalla madre Leda. La natura semi divina di Elena aveva infuso nel velo arcane virtù. Tale veste giunse a Roma probabilmente dagli esuli Troiani.

Il Palladio

Custodito nel Tempio di Vesta per volere di Numa Pompilio, il Palladio, simulacro di Atena Pallade, era sicuramente un oggetto di origine meteoritica.

Fu portato a Roma da Enea, che lo sottrasse alle fiamme che divoravano Troia. Il Palladio si dice essere stato distrutto dall’ultima vestale nel 394 d.C., a seguito della proibizione della religione romana.

Gli Ancili

Uno Scudo a forma di otto, dono del dio Marte a Numa Pompilio al fine di scongiurare una terribile pestilenza che affliggeva il Popolo Romano. La leggenda racconta che lo scudo cadde dal cielo, e i sacerdoti auspici profetizzarono che finché l’oggetto sarebbe stato custodito, Roma non sarebbe mai caduta.

Numa al fine di preservare tale incantato monile, ne fece costruire altri undici identici dal fabbro Mamurio Veturio.

Di questi oggetti, cinque appartenenti all’epopea ellenica troiana e due a quella etrusca, non se ne sa più nulla, si fanno solo ipotetiche supposizioni. Chissà che non siano ancora conservati nei meandri dei sette colli cosi che Roma possa continuare a essere eterna.

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