Il Bambino Vampiro - Lugnano, Valle del Tevere - Umbria

Il mondo antico è spesso ricco di crudeli e macabri rituali, intrisi di magia e paganesimo, che spesso tornano alla luce grazie al paziente lavoro di ricercatori specializzati, che riescono a riportare alla luce i misteri sepolti, è il caso di dirlo, nelle pieghe del tempo.

E’ di recente scoperta, Ottobre 2018, nella zona di Lugnano, una località della valle del Tevere, Poggio Gramignano, situata in Umbria, in quella che è stata definita la "Necropoli dei Bambini", una sepoltura dal contenuto raccapricciante: i resti di un bambino, del V secolo d.C., tumulato con un mattone in bocca, che è subito stato ribattezzato "Il Bambino Vampiro".

Nella stessa zona i ricercatori hanno rilevato molti indizi che fanno supporre che i morti di questo cimitero, compresa il bambino vampiro, siano deceduti a causa di una malattia pestilenziale di tipo malarico.

L’intervento di recupero, condotto da ricercatori della Stanford University con la collaborazione con della Soprintendenza archeologica Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria e il Comune di Lugnano, ha dello straordinario: "il tipo di sepoltura unica nel suo genere rappresenta un’anomalia all’interno di una necropoli già anomala", ha commentato l’archeologo David Pickel della Stanford University.

Dello stesso parere è anche il direttore degli scavi, il professor David Soren dell'Università dell'Arizona, che da oltre trent’anni conduce ricerche in questa zona archeologica di grande importanza: "Non ho mai visto niente di simile, tutto è estremamente inquietante e strano " è stato il suo commento.

Queste ricerche sono anche importanti al fine di determinare come l’avvento di una terribile epidemia di malaria che sconvolse l’Italia centrale attorno al V secolo, possa aver anche cambiato gli assetti sociali, dando il via al declino del mondo antico, ma contemporaneamente aver protetto il mondo romano dalle invasioni barbariche: l’ipotesi che Attila, nel 452, abbia rinunciato al suo proposito di conquista di Roma a causa proprio dell’epidemia, è sicuramente una fra le più accreditate.

Sebbene le tombe di questi infanti, di età compresa tra 0 e 10 anni, possano far pensare a sepolture cristiane, rimane il mistero che le tumulazioni sono invece ricche di elementi, che riconducono a un mondo pagano ricco di magia. La stessa pratica della pietra posta nella bocca del bambino risulta un chiaro esempio di ritualità arcaica, atta ad impedire che esso potesse tornare indietro dal mondo dei morti per tormentare i viventi.

Gli archeologi sono convinti che il giovane sia deceduto proprio a causa della malaria, in quanto hanno rilevato sull’apparato dentale, un ascesso, che potrebbe essere un effetto collaterale della malattia.

Questo potrebbe anche spiegare il motivo del sasso in bocca: impedire al "male" di uscire dal corpo e diffondersi ulteriormente sulla popolazione. Pratiche come queste erano molto in uso nel mondo pagano, infatti nello stesso sito era già stata rinvenuta, tempo addietro, una tomba con all’interno i resti di una bambina di circa tre anni, tumulata con mani e piedi bloccati da grossi sassi. Come nel caso precedente, o di

altri casi analoghi, un chiaro esempio di come si volesse impedire al defunto di ritornare dall’aldilà.

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