Benvenuto Cellini e i diavoli del Colosseo - Roma

L’Anfiteatro Flavio, conosciuto con il nome di Colosseo, non solo per la mole imponente,ma anche per la gigantesca statua di bronzo dell’imperatore Nerone ,che sorgeva al suo fianco, è uno dei monumenti più visitati al mondo nonché simbolo della città eterna.

Voluto dall’imperatore Vespasiano nel 72 d.C. fu ultimato da suo figlio Tito nell’80 d.C., al fine di diventare l’arena che ospitava i combattimenti tra i gladiatori e le belve feroci.

Un’antica leggenda da sempre lega il Colosseo alla sorte della città di Roma: "Finchè dura il Colosseo anche Roma durerà". L’origine di tale diceria è da ricercare nel fallito tentativo dei Barbari di distruggere il monumento, dopo aver conquistato la Città dei sette colli. Inutili furono tutti i loro tentativi ed è per questo che da allora i romani tramandano questo motto. Tuttavia alcuni storici attribuiscono questa profezia al venerabile Beda, che , nonostante non fosse mai stato a Roma, lascia in uno dei suoi scritti questo vaticino. Nei secoli successivi la caduta dell’impero romano, quando questo luogo aveva cessato l’attività per la quale era stato costruito, i cittadini di Roma ben si guardavano dall’’avvicinarsi di notte al Colosseo, in quanto era ritenuto una delle porte per raggiungere gl’inferi. Chissà ,forse per il sangue umano che per secoli ne ha bagnato la superficie, compresa quella dei martiri cristiani, i successori di Pietro hanno sempre visto di cattivo occhio quello che rappresentava il simbolo di un paganesimo oscuro e crudele. Sta di fatto, che, fino al tardo rinascimento, il luogo era considerato infestato da spettri e diavoli. Uno dei testimoni più eccellenti di tale infestazione è l’orafo fiorentino Benvenuto Cellini, che nella sua biografia racconta un' esperienza davvero infernale. Cellini era perdutamente innamorato di una fanciulla siciliana, tale Angelica, la cui madre non gradiva che i due potessero avere una liaison ,motivo per cui Benvenuto ne aveva perso le tracce. Disperato al punto da impazzire, chiese l’intervento di un prete siciliano il quale esercitava l’arte della negromanzia. L’uomo condusse l’orafo di notte all’interno del Colosseo, in compagnia anche di un amico, per evocare i Demoni ,che avrebbero dovuto rivelare dove si trovasse Angelica. Quella notte di Diavoli ne giunsero a legioni ma non rivelarono nulla, invitando i convenuti a ritornare notte tempo recando seco un fanciullo vergine, l’unico che avrebbe potuto comunicare con essi. E cosi fecero .Tuttavia dopo l’invocazione, la faccenda si stava mettendo male, molti più diavoli di prima erano arrivati, puzza di zolfo e cerchi di fuoco minacciavano gli sprovveduti umani che giacevano impietriti. Fu a quel punto che l’amico di Benvenuto, tal Agnolino Gaddi detto "er puzza", iniziò a emettere delle sonore e puzzolenti scorregge, che misero in fuga dal Colosseo i cherubini malefici. Tuttavia l’operazione non fu vana, in quanto per bocca del fanciullo i diavoli avrebbero profetizzato che Cellini entro un mese avrebbe rivisto Angelica. È cosi fu.

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