La Tomba di Dracula a Napoli


Vedi Napoli e poi “Mori”, magari dopo esservi imbattuti in Dracula Nosferatu, il non-morto per eccellenza, nei vicoli dei quartieri spagnoli. Napoli, è una città sorprendente, affascinante, misteriosa che invita a vivere nuove sensazioni provando l'emozione di poter passeggiare nel cuore della storia, e nelle trame del mistero, imbattendosi ad ogni angolo nelle “presenze” del passato. Fra i tanti misteri che la città partenopea annovera, c’è né uno in particolare che da qualche anno fa discutere eminenti studiosi, ricercatori o semplici appassionati di storie da brivido. Stando agli studi condotti dal ricercatore dell’università di Tallinn in Estonia Giandomenico Glinni e da suo fratello Raffaello, sembrerebbe che Vlad III, Principe di Valacchia, che ispirò l’irlandese Bram Stoker per il suo romanzo Dracula il Vampiro, sia stato sepolto a Napoli. Il Principe Vlad III, stando a quanto riporta la storia perse la vita, nel tentativo di riconquistare definitivamente il suo regno di Valacchia, combattendo contro “Basarab III Laiotă cel Bătrân” il quale era asservito e spalleggiato dall’impero Ottomano. Si dice che la testa di Dracula sia stata recisa dal suo corpo e inviata come dono al sultano di Costantinopoli e che il suo corpo sia stato sepolto dal suo acerrimo nemico Basarab, nella chiesa dell'Assunzione del monastero dell’isola di Snagov in Romania. Ma qualcuno sostiene che le cose siano andate diversamente!!  Vlad, come suo padre, era un membro dell’Ordine del Dragone, lo stesso del quale faceva parte il re di Napoli Ferrante D’Aragona. L’aderenza a questa società faceva sì che gli appartenenti, potessero avere assistenza e reciproco soccorso in caso d’invasione da parte dei turchi dagli altri membri della confraternita. “La nobiltà che fuggiva dai paesi balcanici poteva trovare sicuro rifugio preso la Corte Napoletana” - racconta in un video il professor Giuseppe Reale responsabile del complesso di Santa Maria la Nova. A trovare asilo a Napoli, fu in questo caso, una presunta figlia del principe Vlad, una misteriosa bambina di soli sette anni, Zaleska di Valacchia, che nel 1480 venne condotta presso la corte di Ferrante D’Aragona e adottata da una nobildonna napoletana. Fu chiamata Maria Balsa, e una volta adulta andò in sposa a Giacomo Ferillo, figlio di Matteo (nipote del Re di Napoli Ferrante D’Aragona) signore di Acerenza. L’ipotesi che, Vald III di Valacchia sia sepolto a Napoli, è suggerita dagli studi dell’avvocato Raffaele Glinni studioso di storia, e il fratello Giandomenico ricercatore a Tallinn in Estonia, già citati all’inizio di quest’articolo. Essi a seguito di una ricerca, per determinare la proprietà di un quadro dipinto da Leonardo, si imbatterono nella famiglia napoletana dei Ferillo, scoprendo che la signora Balsa, moglie di Giacomo Ferillo, altro non era che Zaleska di Valacchia, la figlia di Vald III, che una volta morta fu tumulata con il marito, nella Chiesa di Santa Maria La Nova a Napoli. Grazie anche all’intervento di una laureanda napoletana, gli studiosi elaborano una teoria, quella che il Vlad non sia morto in battaglia contro i Turchi sul finire del 1476, ma sia solo stato fatto prigioniero. In seguito sua figlia, Maria Balsa Ferrillo, lo riscatta dalla prigionia, pagando un ingente somma di denaro, conducendolo poi con sé a Napoli. Alla sua morte Maria, lo fa tumulare nel sepolcro del marito Giacomo Ferrillo, nel Convento di Santa Maria la Nova. La Balsa inoltre sembrerebbe aver fatto di più: al fine di dar testimonianza della sua origine, attorno al 1520, fa celare all’interno della Cattedrale di Acerenza (provincia di Potenza), durante dei lavori di restauro, tutta una serie d’indizi simbolici, un chiaro riferimento a Vlad e alla sua discendenza. Sempre secondo gli studiosi, a sostegno che Dracula sarebbe sepolto nel Convento di Santa Maria la Nova, ci sarebbero i glifi e il bassorilievo presenti sulla lapide posta sopra la tomba: un drago corazzato che richiama sia il blasone simbolo di Vlad, nonchè l’ordine del drago al quale era affiliato, e due sfingi egizie, mai viste prima su una tomba europea. Esse starebbero a indicare la città di Tebe, con un chiaro riferimento a Dracula Tepes (l’impalatore). Inoltre grazie all’ispezione condotta con una micro videocamera all’interno del sepolcro, sono stati evidenziati alcuni simboli da loro interpretati come glifi diabolici: una croce e un otto rovesciato simbolo dell’infinito. Ma il mistero s’infittisce dietro il sepolcro dei Ferillo vi è un Altare con ai lati due lapidi. Una è scritta in latino, ma l’altra quella di destra contiene caratteri non comuni. Una lingua che gli esperti fanno ancora fatica a decifrare. Che cosa nasconderanno mai quei caratteri misteriosi? Forse la verità sul Conte Vlad? Non ci resta che attendere dunque gli sviluppi di quest’intrigante mistero. Si sa a Napoli il culto del sangue è molto forte, e forse è per questo che le spoglie mortali di Dracula sono state “richiamate” nel golfo partenopeo, magari in attesa che il sangue possa risvegliarlo dal suo sonno millenario e, lo faccia tornare nuovamente fra i viventi!!  Se vi capita di andare a Napoli, andate a visitare il Complesso di Santa Maria la Nova, al di là della presunta tomba di Dracula, ne vale veramente la pena.



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